Il mio ricordo più divertente riguarda il primissimo giorno al Palazzo del Lavoro, dove ero assegnata allo stand Olivetti. Qui era installato un transfer da catena di montaggio che trasportava dei pannelli raffiguranti le tappe della rivoluzione industriale. Una galleria era dedicata alla storia della grafica pubblicitaria di cui Olivetti era un pioniere.
Io diciannovenne piena di zelo attendo i visitatori. Arrivano due uomini, un bel ragazzo bruno e un signore piccoletto con i capelli bianchi e lunghi denti. Mi chiedono di spiegare e io comincio: l'industria moderna, la lavorazione a catena... I due si guardano e si scambiano un sorrisetto ironico. Allora mi fermo e dico: "Ma forse loro ne sanno più di me...." Il più anziano dice: "No, signorina, è interessantissimo, vada avanti" e io completo serenamente il mio discorso sulla nuova fabbrica automatizzata. Poi si fanno spiegare bene tutta la parte sulla pubblicità, salutano e ringraziano gentilmente.
Prima di andarsene il signore anziano dice "Signorina, lei ha fatto domanda alla Fiat?" "Domanda... in che senso?" "Domanda di assunzione. La faccia, faccia domanda, e scriva che ha lavorato qui". "Va bene, vedrò..." (all'epoca la grande azienda non mi attirava, volevo girare il mondo e fare un lavoro creativo). "Grazie ancora, arrivederci" e se ne vanno. Mi piombano addosso quattro colleghe: "Cosa ti hanno detto? Cosa gli hai detto? Com'è andata?" "Ma perché, chi erano?" "Vittorio Valletta e Umberto Agnelli!" Ebbene sì, a 19 anni ho spiegato a Vittorio Valletta e Umberto Agnelli cos'era l'industria moderna e la lavorazione a catena. E loro sono stati a sentire!