Sono passati 50 anni ma il ricordo di quei fantastici sei mesi trascorsi all'interno della macchina organizzativa di "Italia '61" sono impressi in maniera indelebile nella mia mente. Ero una signora di 33 anni, mamma di due bambini, che si divideva con fatica tra il lavoro e la famiglia. Ma quale soddisfazione indossare la mitica divisa grigio chiaro delle hostess ed assistere dall'interno alle celebrazioni! Cassiera alla Mostra Storica al Palazzo del Risorgimento (in cui ho lavorato per tre mesi), ho visto dal vivo tante personalità di spicco dell'epoca tra cui il Presidente della Repubblica. Come dimenticare la Regina Elisabetta ferma a due passi da me! Altri tre mesi li ho trascorsi alle casse del comprensorio di Italia '61 dove per la prima volta venivano dispiegati moderni mezzi di comunicazione che mettevano in risalto la ricerca scientifica ed industriale e la voglia di modernizzazione e crescita economica del paese. Nei decenni successivi ho continuato a lavorare come cassiera in tutti gli eventi espositivi, dal Salone dell'automobile a quello della Tecnica, al SAMIA (Torino era capitale anche della moda) e in altri ancora, che facevano di Torino un riferimento internazionale per l'innovazione ed il progresso scientifico.
A distanza di tanto tempo ritengo però che nessuna manifestazione abbia ricreato l'atmosfera magica di "Italia '61". Una città intera, per sei mesi, si era trasformata in un laboratorio d'innovazione dove edifici dall'architettura fantascientifica per l'epoca, la monorotaia, e tanto altro fornivano la sensazione che la città industriale, ex capitale d'Italia, si elevasse al rango di metropoli cosmopolita.
Per la prima volta, accantonando i pregiudizi Nord e Sud, i torinesi si identificavano come compartecipi di celebrazioni che anticipavano il progresso scientifico che avrebbe cambiato il modo di vivere di tutti noi. Forse nei ricordi pesa l'associazione con i miei anni giovanili ma, credetemi, si è trattato di un evento eccezionale.